Buon Natale 2013

Si torna a casa.

O meglio quello che è rimasto della sensazione di una casa, qualcosa che vivi trenta giorni l’anno come un turista che si è preparato su internet prima dell’arrivo.

E via di mappe mentali per ricordarti quello che stai facendo e dove vuoi andare.

Già, perché tu dove vuoi andare? Hai cominciato a farti questa domanda la prima volta che sei andato da Palermo a Roma; avevi ventidue anni, da allora non hai mai più smesso di farlo.

“Volere andare” è stato sempre il motore che ti ha spinto a chiedere di più, a cambiare lavoro, a scappare da situazioni più sicure create dopo anni di sacrifici, ma in cui non vedevi più una relazione con chi eri diventato.

Fatto bene, fatto male, sarebbe stato più facile, più difficile, non lo sai; ma questa scelta l’hai già fatta inconsapevolmente molto tempo fa; te lo disse tuo padre, un giorno, di sfuggita, in macchina: tu hai fatto una scelta, disse, e non sai perché ma hai la sensazione che quelle saranno tra le poche conversazioni che ricorderai per sempre.

A quelle parole tu non sei riuscito a rispondere niente, avevi venticinque anni e nessuna idea di quale scelta avessi preso.

Beh te lo dico adesso: avevi scelto di fare un viaggio tutto tuo, contro ogni buonsenso che la tua cultura – prima quella siciliana, poi quella italiana – ti implorava di intraprendere.

C’era uno scotto da pagare per quella libertà, perché diventato libero da tutti sei rimasto solo di fronte alle difficoltà del tuo cammino.

Col tempo questo ti ha reso più insensibile al dolore. Non sai più se è una cosa negativa o positiva.

Quando penserai al 2013, ricorderai un anno in cui ti sei messo ad affilare la tua spada, giorno dopo giorno, ora dopo ora, con il sole, con il vento, con la pioggia; con i rimorsi della notte e le vittorie sognate di giorno.

Quando penserai al 2013, ricorderai l’anno in cui hai preso le scelte più rischiose della tua vita, in cui hai vissuto sei mesi senza consulenza e hai costruito con fatica il nuovo te stesso, il te stesso che desideravi tanto essere.

Fatto bene, fatto male, sarebbe stato più facile, più difficile, chi può dirlo; tu vai avanti grazie alla forza di cose minuscole, come quel rigo che hai letto; che forse davvero la nostra più grande paura non è quella di essere inadeguati, ma di essere magnifici oltre ogni misura.

Ovunque tu stai andando: Buon Natale e buon inizio.

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3 Comments on "Buon Natale 2013"

  1. Anon says:

    Respiro anch’io oramai questa atmosfera, anno dopo anno, da quando decisi di mettere piede fuori casa all’età di 20 anni. 10 anni dopo, ora. E non è come un film perche lo senti sulla pelle quel profumo di ricordi misto ad adrenalina che ti ha fatto tremare e cagare sotto davanti a certe situazioni per le quali adesso pensi “come ho fatto?”. Quella cacarella è forse la cosa che più di tutte ti sveglia dal torpore facendoti realizzare che tutto è successo davvero. Il cambio di città, la vita in solitaria in giro per il mondo, la voglia di condividere certi momenti con qualcuno e che invece poi ti porta a riflettere che se li hai vissuti così focosamente è solo perché eri da solo, con te stesso.

    Vorrei chiamarmi eroe, penso a volte, poi penso che in realtà sono solo un personaggio come tanti, sempre stato fottutamente in cerca di una dimensione, voglioso di trovarne una a tutti i costi. E che invece solo ora scopre di non poter mai trovare, perché è scritto così. Se sei nomade, desideroso sempre di cambiare qualcosa, incontentabile quando gli altri là fuori sembrano invece divertirsi con l’usuale, se sei così adesso, lo sarai per sempre. Il sangue che scorre dentro è quello di uno zigaro mentale, che se un giorno si fermerà è solo perché vorrà scrivere di tutto ciò.

    E sempre più insensibile al dolore. Vero. Ma è un po’ quella fottuta zona di comfort che si è solo allargata e rende meno pesante tutto il resto, no? Grazie per le cose che hai scritto in questi anni, sei stato fonte d’ispirazione di chissà quanta gente. Gente che magari vuole cambiare qualcosa all’età di 40, 50 o 60 anni o forse più. Non c’è età per essere nomadi, pare.

    Buon anno, fanculo alla crisi.

  2. conrad says:

    Tornare a casa! A quanti piacerebbe, che l’anno nuovo possa fare avverare tanti sogni e desideri sinceri e semplici.